Al Sindaco
Al Segretario Generale/Direttore Generale
Comune di MESSINA

La FP CGIL, a seguito dell’attuale emergenza sanitaria, fa presente che in codesto Comune le misure organizzative in materia di lavoro agile (smart working) per il contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID 19, giusti art.2, lett.r) del DPCM 8 marzo 2020, Direttiva n.2/2020 del Ministro per la PA e riportate dal Segretario Generale/Direttore Generale dell’Ente nella Direttiva n.4 del 10.03.2020, sono state poste in essere dai Dirigenti in modo molto rigido e non in modo diffuso e ampio così come la situazione richiede.

E’, infatti, palese che il citato DPCM, la Direttiva 2/2020 del Ministro per la PA e la Direttiva n.4/2020 del Segretario Generale hanno adottato quale misura di contenimento la delocalizzazione delle attività amministrative istituzionali assegnate, senza la necessità costante della presenza fisica nella sede di lavoro al fine di ridurre il più possibile le presenze fisiche negli uffici ed ad ogni buon fine si riporta il testo del punto 2 della Direttiva n.2/2020 del Ministro della PA “…..Le amministrazioni, considerato che – sulla base di quanto rappresentato nel successivo punto 3 – la modalità ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa è il lavoro agile, limitano la presenza del personale negli uffici ai soli casi in cui la presenza fisica sia indispensabile per lo svolgimento delle predette attività, adottando forme di rotazione dei dipendenti per garantire un contingente minimo di personale da porre a presidio di ciascun ufficio, assicurando prioritariamente la presenza del personale con qualifica dirigenziale in funzione del proprio ruolo di coordinamento…..”.

Pertanto, in via eccezionale e provvisoria, le PP.AA. assicurano lo svolgimento in via ordinaria delle prestazioni lavorative in forma agile del proprio personale dipendente, anche in deroga agli accordi individuali e agli obblighi informativi di cui agli articoli da 18 a 23 della legge 22 maggio 2017,n. 81 e individuano le attività indifferibili da rendere in presenza. Tale modalità lavorativa si deve realizzare usando strumentazione tecnologica anche privata e dando piena autonomia operativa a chi ha la possibilità di organizzare il proprio lavoro nel rispetto degli obiettivi prefissati. L’autorizzazione alla modalità di lavoro agile deve essere, quindi, estesa il più possibile, ma a tutt’oggi non ci pare che i sigg. dirigenti abbiano ben compreso il senso e l’importanza delle disposizioni ricevute.

A supporto di quanto sopradetto, la direttiva n.4/2020 elenca le modalità di lavoro in Smart- working ed i Dirigenti dei Dipartimenti avrebbero dovuto emettere un provvedimento amministrativo ammettendo i lavoratori a tale modalità, privilegiando alcune categorie di dipendenti e autorizzando tale istituto sino ad un massimo di 30 gg., rinnovabili in relazione alla durata della stessa emergenza.

Nel caso in cui la presenza fisica in ufficio fosse ritenuta indispensabile si devono adottare

forme di rotazione dei dipendenti per garantire un presidio per ciascun ufficio e in caso fossero impossibili le condizioni per lo svolgimento del lavoro agile, i dirigenti, a domanda dei dipendenti, devono autorizzare tutti quegli istituti contrattuali utili a giustificare l’assenza a seguito dell’obbligatoria rotazione nei presidi in queste giornate emergenziali ed in particolare si suggerisce l’istituto della Banca delle ore in modalità recupero ore (es. nelle settimane successive invece di lavorare per 36 ore lavorare per 40 ore sino allo smaltimento delle ore accumulate).

Purtroppo l’applicazione di quanto sopradetto trova resistenze e difficoltà ad essere posta in essere e per queste motivazioni chiediamo al Segretario Generale/Direttore Generale un intervento risolutivo in tal senso, attraverso una ulteriore direttiva esplicativa che permetta ai dipendenti di potere utilizzare gli istituti contrattuali che legittimano le assenze intervenute quale misura di contenimento al COVID 19.

Infine si porta a conoscenza che i lavoratori continuano a prestare la propria attività lavorativa in assenza dei necessari DPI (Kit per protezione individuale rischio contagio – guanti, mascherine e igienizzante) che l’Amministrazione doveva consegnare e a tutt’oggi non si è ottemperato a questo obbligo che norme, decreti e buon senso imponevano.