In data odierna si sarebbe dovuta tenere la seduta della procedura privata per l’assegnazione del servizio, 65 le ditte invitate a partecipare, ma ancora una volta nessuna offerta. Per la FP CGIL è indispensabile l’intervento della Prefettura, si sta pregiudicando il diritto allo studio degli utenti

«Ancora una volta un nulla fatto, e sebbene il numero delle ditte invitate a partecipare sia stato elevato, 65, non deve stranire che ancora una volta la trattativa sia andata deserta, per due diversi motivi: il primo è che, considerando che l’anno scolastico volge ormai al termine è difficile trovare ditte disponibili o che eventualmente possano facilmente noleggiare i mezzi; la seconda questione è relativa al fatto che mantenendo i medesimi costi, gli stessi che erano stato previsti nel bando (andato poi deserto), era normale che le successive procedure andassero deserte». Il segretario generale della FP CGIL e la segretaria provinciale, Elena De Pasquale, intervengono sulla questione, ormai giunta al limite, della mancata aggiudicazione del servizio trasporto nella lotto B (zona tirrenica) della Città metropolitana. La terza trattativa privata indetta dall’Ente, non ha infatti prodotto alcun risultato, e considerato che mancano ormai poco più di due mesi alla fine dell’anno scolastico, è evidente come gli utenti stiano vedendo pregiudicato il loro diritto allo studio. «Tale situazione, oltre rivelarsi disastrosa sotto il profilo dell’utenza, sta determinando non poche difficoltà anche sotto il profilo occupazionale: tanti, infatti, i lavoratori impiegati nel servizio in questione, per un totale di 120 utenti da trasportare, e che ad oggi sono rimasti fuori del circuito del lavoro, con gravissime ripercussioni su un territorio già fortemente “debilitato” in termini di occupazione». Tale disservizio sta inoltre creando parecchi problemi anche ai lavoratori impiegati in altro appalto, quello di Assistenza all’Autonomia e Comunicazione degli alunni disabili: «Mancando gli utenti, infatti, che risultano appunto intrasportabili perché molti di essi si muovono solo in sedia a rotelle e il trasporto deve essere quindi necessariamente essere fatto con mezzi adeguati – aggiungono Fucile e De Pasquale –  i suddetti lavoratori ASACOM sono sprovvisti dei loro ragazzi e, di conseguenza, perdono numerose ore lavorative che probabilmente non riusciranno a recuperare. Trattandosi, infatti, di servizio ad personam, la giornata lavorativa è strettamente legata alla presenza dell’utente. E sì possibile effettuare sostituzioni, ma il numero di quest’ultime non riuscirà mai a coprire l’intero monte ore perso». Alla luce di ciò, la FP CGIL, che già nelle scorse settimane aveva inviato richieste di incontro alla Prefettura, invita «l’Ente ad indire, nel più breve tempo possibile un tavolo di confronto sulla questione».