Nuovo intervento della FP CGIL sulle problematiche che interessano il reparto di cardio chirurgia dell’ospedale Papardo di Messina. Il segretario della Funzione Pubblica Francesco Fucile, il coordinatore provinciale della sanità, Antonio Trino e il responsabile medici, Guglielmo Catalioto, accendono di nuovo i riflettori sulla situazione dell’Unità operativa dell’azienda sanitaria, perché a dispetto dei roboanti proclami diffusi su una pagina Facebook (c’è da chiedersi peraltro se si tratti di una diffusione legittima), i dati ottenuti dalla FP CGIL a seguito della richiesta di accesso agli atti, dimostrano invece come esista un forte calo nella produttività dell’unità operativa in questione, ma anche del peso medio. “Avendo appreso di recente – affermano i rappresentanti sindacali – di una segnalazione, da parte del direttore della suddetta unità, relativa ad una carenza di medici, non vorremmo che ciò venga utilizzato come una giustificazione al calo di produzione. Infatti, stante le motivazioni addotte nella nota del direttore sanitario, si addebita al management la motivazione di questa carenza, reo di aver dislocato due unità di dirigenti medici verso altre Unità Operative. Tuttavia non rammentiamo “levate di scudi” da parte del Dirigente allorquando gli furono tolte le due unità, anzì! Ricordiamo come al predetto spostamento seguì l’assunzione di un’unità di dirigente medico, la quale, “inspiegabilmente” rassegnò le dimissioni subito dopo lasciando posto ad altra unità. Non vorremmo assolutamente credere – continuano i sindacalisti – che l’inspiegabile dimissione possa essere in qualche modo collegata all’atmosfera tutt’altro che serena che si respira all’interno dell’UO, stando a quanto ci viene a noi riferito, seppur “sottovoce” dalle maestranze e non si può nascondere come diverse unità, appartenenti a varie professioni non solo dirigenziali, siano, nel tempo, letteralmente “scappate” e tante altre vorrebbero fare altrettanto”.
I dati ottenuti dalla FP CGIL a seguito di una richiesta di accesso agli atti, dimostrano l’esistenza di un forte calo nella produttività dell’unità operativa a dispetto delle roboanti dichiarazioni diffuse mediante una pagina Facebook
Per la FP CGIL appare inoltre a dir poco paradossale il comportamento attuato dal Direttore, “il quale si è preoccupato della carenza di medici e non si è minimamente interessato ai Tecnici Perfusionisti che da svariati anni garantiscono questa importante funzione con un carico di lavoro ben al di sopra di quello umanamente concepibile e contrattualmente accettabile. A tal proposito vorremmo comprendere la logica secondo la quale una figura di tecnico perfusionista stazioni costantemente (gradita smentita con dati oggettivi) in quella che dai registri telefonici aziendali risulta essere la Segreteria della Cardiochirurgia, stante che non esiste sull’atto aziendale questo servizio”. La FP CGIL però va oltre, e pur riconoscendo che “nel nuovo anno sembrerebbe che vi sia un inversione di tendenza, con un trend in aumento che fa ben sperare, tuttavia, dai dati ISTAT in nostro possesso, abbiamo potuto notare un tasso di mortalità meritevole di attenzione. Per poter compiutamente fare una legittima analisi e dare la corretta chiave di lettura allo sterile dato, chiediamo di conoscere i dati di ormaweb, dal 1 gennaio ad oggi, inerenti orari di ingresso ed uscita dei pazienti nelle singole giornate, gli operatori, l’età anagrafica dei pazienti, la causa dell’exitus. A scanso di equivoci, stante la continua strumentalizzazione, sempre in agguato, la FPCGIL non ha mai nutrito alcun dubbio sulle qualità professionali espresse dalla S.C. di che trattasi, ma non può sottacere di fronte ad una discrasia del genere ed in un momento storico che vede il nosocomio Papardo in forte calo, falcidiato dai tagli e dove si è sempre puntato su questa eccellenza con grossi sacrifici, e che oggi vediamo traballare, considerato che essa ha rappresentato un motore trainante dell’azienda stessa e che sempre più insistentemente si sente parlare di un dipartimento cardio-toraco-vascolare interaziendale con l’AOPU”.