A sostenerlo sono Francesco Fucile, segretario generale FPCGIL, Antonio Trino, segretario provinciale con delega alla sanità e Guglielmo Catalioto, responsabile provinciale medici, i quali denunciano la totale assenza della deputazione regionale di riferimento, sia quella attuale che probabilmente è più concentrata a cercare di allocarsi in una poltrona che a difendere il territorio che ne ha permesso la relativa elezione, sia la precedente (in parte riconfermata) i cui risultati fallimentari per la sanità provinciale messinese sono sotto gli occhi di tutti!

Siamo pronti a qualsivoglia smentita o confronto in merito, dichiarano Fucile, Trino e Catalioto, che qualcuno ci dimostri che non è vero che la nostra provincia ha subito una percentuale di tagli mostruosa rispetto alle cugine metropolitane Palermo e Catania!

Siccome non siamo abituati a lanciare strali infondati, proseguono i 3 sindacalisti, proviamo a fare chiarezza e rendere evidente ciò che, ad ogni buon conto, è palese.

Innanzitutto dobbiamo fare alcune precisazioni su questa operazione “S. Donato”, in cui di inesattezze ne sono state dette tante, forse per fuorviare la pubblica opinione: la Cardiochirurgia Pediatrica in Sicilia esiste da 10/12 anni e funziona benissimo, servendo anche il bacino Calabrese, rappresentando un punto di riferimento eccellente che probabilmente da fastidio; funziona 365 giorni l’anno h 24 e non per 2 o 3 giorni al mese come ci è dato di capire dai comunicati stampa.

Il fatturato dei DRG, come da convenzione col “Bambin Gesù”, è totalmente dell’ASP Messina, senza la decurtazione del 25% come da convenzione “S. Donato” ed è decisamente meno onerosa rispetto a quest’ultima: sappiamo di un canone fisso di € 67.947,21 a cui si aggiungono gli stipendi dei medici secondo SSN, i quali hanno a loro carico le spese di vitto e alloggio. Qualunque bambino nasce in qualsiasi ospedale regionale e necessita della chiusura del Dotto di Botallo, trova immediatamente disponibilità all’intervento e non deve attendere di raccogliere “casi” affinchè l’equipe scenda.

La sterile, ma valida, legge dei numeri ci dice che a Taormina si eseguono circa 200 interventi annui, di cui il 25% circa provenienti da fuori regione, con un ricarico economico a vantaggio della Sicilia e su circa 450 ricoveri annui; le visite ambulatoriali sono 500/700 su base annua mentre 100/150 trasporti in utero vengono eseguiti ogni anno, provenienti da fuori, a vantaggio del materno infantile del Sirina.

Per i bimbi affetti da insufficienza respiratoria acuta, vi è un’equipe sempre pronta a spostarsi per intervenire ed impiantare macchinario artificiale che consente il trasporto protetto e sicuro a Taormina per il trattamento necessario.

Sono garantite, l’elettrofisiologia pediatrica, sia diagnostica che terapeutica, la diagnostica cardiologica fetale e tutto questo ha consentito di essere primo centro riconosciuto a livello europeo per l’assistenza in ECMO.

Fatta questa doverosa precisazione, continuano Fucile, Trino e Catalioto, non possiamo tacere sul fatto che il tentativo di impadronirsi di questa realtà eccellente, ci sia da tempo e non si è perpetrato sol perché il “Bambin Gesù” non ha voluto partecipare al bando Palermitano e non ha, evidentemente, assecondato le “richieste” politiche regionali.

Qualche domanda ci nasce spontanea: “Ma la nostra deputazione di riferimento tutta, nessuno escluso, eletta con i voti messinesi, che ha fondato la propria campagna elettorale sulla stregua difesa del territorio, sul suo rilancio, ecc., non se n’è accorta di questo furto autorizzato? Perché continua ad avallare questa contrazione territoriale a vantaggio delle confinanti Catania e Palermo? Ma non si rendono conto che dopo Mistretta, territorio di conquista del Giglio e della Maugeri (gruppi privati, manco a dirlo!), S. Agata, Barcellona e Lipari ridotti all’osso, anche Taormina morirà di inedia? Non vedono un ridimensionamento di Patti e l’immensa sofferenza di Milazzo? Non vedono il fallimento del progetto IRCCS Neurolesi che ancora sopravvive sulla chimera dei 91mln di euro (dote ghiotta per tutti)? Non vedono il Papardo ridimensionato da centro di riferimento regionale di II° Livello a Dea di I° e che annaspa pur di dare risposte di qualità ai cittadini? E il Policlinico, cantiere aperto già dalla sua porta di ingresso, il pronto soccorso, che soffre quando invece dovrebbe veleggiare? E dell’eterna incompiuta che riguarda il territorio? Sicuramente non ci possono vendere la bufala del rilancio col PNRr! Non si accorgono della difficoltà enorme delle Reti tempo dipendenti? Ma il manager dell’ASP Messina è un Commissario Straordinario o un Liquidatore Fallimentare?”.

Potremmo continuare ancora, ma il grado di devastazione è già bello delineato e non credo che i nostri politici sapranno risponderci con carte alla mano e non con i soliti slogan…ma una cosa che a Messina, e non solo, funziona in sanità c’è: il privato convenzionato!