Nella nota inviata al Commissaio ASP e all’Assessore Regionale alla sanità, la FP CGIL denuncia organizzazione carente, o addirittura assente, difficoltà nei reparti, prestazioni a rischio, lavoratori in sofferenza
E’ una nota che va immediatamente al cuore del problema quella inviata dalla FP CGIL di Messina al Commissario dell’ASP e all’Assessore regionale al ramo, Ruggero Razza, per denunciare le enormi criticità che interessano l’ospedale Fogliani di Milazzo, dove le carenze di organico sono ormai incolmabili e le varie procedure di reclutamento, contestate sotto il profilo legale, sono di fatto ingessate, con tutte le conseguenze che ciò sta comportando.
«Non saper, o non voler, trovare una soluzione alla spinosa situazione, ormai atavica, di Barcellona e Milazzo, due presidi che di fatto non funzionano per come dovrebbero, per motivazioni diverse, uno sovraccaricato e l’altro svuotato a causa del Covid, genera enormi disagi per utenti e lavoratori
Non crediamo – affermano il segretario della FP CGIL Francesco Fucile e il segretario provinciale con delega alla sanità, Antonio Trino, rivolgendosi al Commissario ASP – che sia sconosciuto al manager il fatto che tutto il carico di lavoro, che prima del Covid era più o meno spalmato sui due presidi, soprattutto per le urgenze, ora è caricato su Milazzo, senza alcun incremento di personale sanitario».
La FP CGIL passa quindi ad elencare le “soluzioni” messe in atto dall’azienda per sopperire alla carenza di ausiliari: «Come si può immaginare – evidenziano i dirigenti sindacali -, di caricare sul PSG la garanzia del servizio anche in Rianimazione e Blocco Operatorio, ma anche in Radiologia (sfornita di ausiliari) e per il trasferimento alla Morgue? E se questi vengono chiamati in altre UU.OO. a garantire il servizio, da chi vengono sostituiti al PSG? Ebbene, dagli infermieri, che a propria volta devono distogliere del tempo all’attività assistenziale per fare i barellieri, gli ausiliari, gli OSS».
Per la FP CGIL, tutto questo cozza con la sicurezza e la qualità delle cure. E non finisce qui, perché il sindacato, dopo aver in precedenza rappresentato le criticità della radiologia, senza però aver avuto alcuna risposta dal managment aziendale, sposta l’attenzione sull’unità di patologia clinica che, proprio insieme alla radiologia, costituiscono i due satelliti più strettamente correlati all’emergenza: «Qui troviamo locali che definire inadeguati – sottolineano Fucile e Trino -, è un eufemismo: angusti, poco illuminati, con aerazione non sufficiente, carenti di personale di supporto e con tecnologia informatica (semplici PC) ormai obsoleta e non sostituita, malgrado le richieste che, ci viene riferito, siano state fatte. Di contro troviamo una pletora di personale sanitario in direzione medica a svolgere attività sicuramente importanti, ma non ascrivibili al ruolo e all’inquadramento giuridico ricoperto».
La FP CGIL torna quindi a chiedere «da dove nasca l’ostinazione di mantenere un P.O. dedicato al Covid, stante la diminuzione dei casi e lasciare personale inoperoso, quando a soli 5km di distanza i colleghi stanno scoppiando? E’ necessario l’adozione di atti di responsabilità anche estremi, a salvaguardia dell’incolumità pubblica e del personale operante, ma questo ci dispiace dirlo non lo stiamo riscontrando. Un’ultima battuta la rivolgiamo con grande rispetto al personale tutto del MCAU di Milazzo, finora abbandonato, a cui va il nostro personale GRAZIE, perché sono loro (con grande spirito di sacrificio ed abnegazione) che hanno fatto la differenza e hanno consentito di non uscire negativamente sui giornali per casi di malasanità».
In conclusione, la FP CGIL anticipa l’intenzione di organizzare un’assemblea per ricevere il mandato per una dichiarazione di stato di agitazione, con conseguente attivazione di tutte le procedure connesse, se necessario anche lo sciopero, soprattutto in considerazione del fatto che con l’arrivo della stagione stiva, e quindi dei vacanzieri, aumenterà il numero delle prestazioni, ma al tempo stesso la necessità, da parte del personale in affanno, di fruire delle legittime ferie.