Per la Funzione Pubblica CGIL la scelta di garantire i servizi di contrasto alla povertà con personale a partita IVA e non più con rapporti di lavoro subordinati non è perseguibile. «Ci rivolgeremo alle Autorità Competente per valutare la legittimità delle decisioni assunte»

 

«Una decisione incomprensibile, priva di qualsiasi ragionamento. Non accetteremo mai che il personale che fino a qualche settimana fa svolgeva i servizi a valere sul Fondo Povertà e sul Pon Inclusione con contratti a tempo determinato di tipo subordinato, debba essere sostituito con personale a partita IVA, privo di qualsiasi tutela». Questa la dura posizione assunta dalla  FP CGIL, rappresentata dal Segretario Generale Francesco Fucile e il coordinatore regionale FP CGIL Assistenti Sociali, nel commentare quanto sta avvenendo al Comune di Milazzo, dove l’Amministrazione ha deciso di proseguire l’erogazione dei servizi a valere sul fondo povertà, assumendo personale a partita IVA, senza i vincoli di subordinazione e la vigenza di norme che disciplinano retribuzioni, incompatibilità, responsabilità, diritti e doveri, in sostanza senza un vero e proprio contratto di lavoro.

«Questa scelta – affermano gli esponenti sindacali -, è in contrasto con quanto fatto sino ad adesso dove il personale utilizzato è stato assunto con contratti a tempo determinato in rapporto di pubblico impiego. Si tratta du è una scelta che va in una direzione opposta all’indirizzo politico ampiamente condiviso e coerente con la normativa di riferimento che prevede, invece,  la proroga fino a cinque anni dei contratti a tempo determinato del personale impiegato dai Comuni dei Distretti Socio Sanitari (DSS) nelle misure di contrasto alla Povertà. E’ bene precisare che per questi obiettivi vengono utilizzate risorse finanziarie extra bilancio e precisamente dai fondi del Pon Inclusione e del fondo Povertà. Scelta peggiore – continuano i dirigenti sindacali – , non si poteva fare nei confronti di quei lavoratori che sino ad oggi hanno svolto il lavoro con dedizione ed in modo coerente  raggiungendo gli obiettivi che si erano dati i Comuni coinvolti nell’erogazione del Servizio».

Sembra di capire che il principale obiettivo dei Comuni del Distretto non fosse quello di contrastare efficacemente la povertà ma di prendere le risorse del “Pon Inclusione” e di utilizzarle, a nostro avviso, per un numero limitato di dipendenti del Comune. «Una gestione maldestra di risorse pubbliche – evidenzia la FP CGIL -,  resa possibile non rispettando leggi e contratti. Come nel caso del “Rafforzamento del Servizio Sociale Professionale”, le cui risorse a destinazione vincolata sono state utilizzate non a vantaggio del personale attualmente impiegato a tempo determinato, ma dal personale interno strutturato, i c.d. dipendenti a tempo indeterminato. Altrettanto dicasi per il “Segretariato Sociale”.A parere della FP CGIL siamo in presenza del non rispetto delle norme  riguardanti la struttura della Programmazione e l’uso dei fondi in contraddizione con i caratteri della complementarietà e dell’addizionalità».

La FP CGIL per l’evidente incoerenza con la Pianificazione regionale e Nazionale,segnalerà alla Corte dei Conti, all’Assessorato Regionale della Famiglia-delle Politiche Sociali e del Lavoro ed inoltrerà  richiesta di ispezione all’Autorità di Gestione del Ministero per verificare se le risorse del fondo Pon Inclusione e del fondo Povertà siano state utilizzate nel rispetto delle norme e delle regole vigenti in tema di  contabilità pubblica.