Nottata di ricerca e inseguimenti quella di sabato per gli agenti della polizia penitenziaria in servizio presso la c.c. di Barcellona, costretti ad abbandonare la struttura per andare alla ricerca di chi era riuscito ad evadere dalla sezione ATMS forzando le grate
«Dopo quanto accaduto la notte scorsa, siamo certi di poter dire che alla Casa Circondariale di Barcellona Pozzo di Gotto, si è veramente toccato il fondo e quello che più ci preoccupa è il totale silenzio delle istituzioni a cui più volte, nel corso di questi mesi, abbiamo scritto proprio per denunciare la condizione di pericolo, disagio, inadeguatezza, rischio, in cui sono costretti ad operare gli agenti, insufficienti per numero e soprattutto messi nella situazione di dover lavorare con detenuti affetti da problemi psichiatrici che necessiterebbero, invece, di interventi appropriati». Il segretario generale della FP CGIL Francesco Fucile e il coordinatore provinciale Giovanni Spanò, esprimono profonda preoccupazione per l’ennesimo episodio di pericolo verificatosi presso la struttura di Barcellona. Secondo la ricostruzione della vicenda «due detenuti
che si trovavano all’interno di una delle celle dell’ottava sezione, l’ATMS (Articolazione per la Tutela della Salute Mentale), sono riusciti ad allargare le sbarre a mani nude – si tratta delle sbarre presenti nell’allora ex manicomio – e sono fuggiti. Uno è stata ripreso dopo pochi minuti, ma per il secondo è invece stata necessaria una ricerca che si è prolungata fino a tarda notte.
Con tutte le conseguenze che ciò ha determinato nell’immediato: «Al momento dei fatti – spiegano Spanò e Fucile– a causa delle ormai note carenze di organico gli agenti in servizio erano solo 5, e di fronte alla
gravità della gravità delle cose, l’attenzione, da parte del personale, è stata tutta rivolta alla ricerca dei detenuti evasi, con inevitabile scopertura della struttura. Una situazione letteralmente al limite dell’assurdo».
Ciò che però lascia ancora più interdetti, a detta dei rappresentanti della FP CGIL, è l’assordante silenzio, che non si può non tradurre in indifferenza, da parte delle istituzioni a cui, a più riprese, sono state rivolte richieste di intervento. «Evasioni, tentativi di suicidio, materassi dati alle fiamme con conseguente rischio incendio: questi – affermano Fucile e Spanò – sono solo alcuni degli episodi che, ormai con scadenza pressocchè quotidiana, si verificano nella casa circondariale, e che puntualmente abbiamo denunciato al Dipartimento competente. Ebbene, non abbiamo ricevuto nessuna risposta, nessun cenno di volontà di intervento, nessuna ipotesi di implementazione dell’organico. Nelle scorse settimane, i rappresentanti
regionali e nazionali della FP CGIL, rispettivamente, Alfio Giurato Alfio e Stefano Branchi, hanno personalmente verificato le condizioni di criticità della struttura penitenziaria e hanno espresso sincera preoccupazione per gli agenti che, con dedizione e sacrificio, svolgono lì il loro lavoro. A questo proposito ricordiamo che allo stato attuale si registra una carenza di circa 50 poliziotti su una pianta organica che prevede un totale di 166 unità. A ciò si aggiunge che quasi il 50% delle unità presenti risulta temporaneamente assegnato ai sensi della legge 104/92, con tutte le conseguenze che ciò determina. Di fronte a tutto ciò, e soprattutto di fronte a questo ennesimo, pericolosissimo episodio, non staremo più con le mani in mano, anzi ci diciamo pronti ad organizzare tutte le legittime e necessarie iniziative finalizzate ad personalmente verificato le condizioni di criticità della struttura penitenziaria e hanno espresso sincera preoccupazione per gli agenti che, con dedizione e sacrificio, svolgono lì il loro lavoro. A questo proposito ricordiamo che allo stato attuale si registra una carenza di circa 50 poliziotti su una pianta organica che prevede un totale di 166 unità. A ciò si aggiunge che quasi il 50% delle unità presenti risulta temporaneamente assegnato ai sensi della legge 104/92, con tutte le conseguenze che ciò determina. Di fronte a tutto ciò, e soprattutto di fronte a questo ennesimo, pericolosissimo episodio, non staremo più con le mani in mano, anzi ci diciamo pronti ad organizzare tutte le legittime e e necessarie iniziative finalizzate ad affrontare i gravissimi problemi della Casa Circondariale di Barcellona, senza aspettare che per ottenere un po’ di attenzione, ci scappa il morto».