La stampa annuncia il “posto fisso” per gli ASU a seguito del Disegno di Legge di Stabilità Regionale 2021/2023 presentato dal Governo Regionale.

E’ stato il Sindacato a chiedere, nel “tavolo permanente Lavoratori ASU”, che la Sicilia si uniformasse alla legislazione nazionale ed abbiamo apprezzato lo spirito di voler accogliere questa nostra spinta, tuttavia, l’attuale formulazione di quell’articolato non consentirà di chiudere, dopo 24 anni, questa brutta pagina di precariato, in quanto non serve solo recepire in Sicilia la norma nazionale, ma occorrecontemporaneamente garantire agli Enti Utilizzatori la “storicizzazione” delle risorse al 2038, come già fatto per la stabilizzazione degli altri precari.

Restano da definire anche una serie di altre “partite” che riguardano la “platea” dei 4.571 ASU in Sicilia.

Esse riguardano:

●  i Lavoratori ASU che sono impegnati in utilizzazione preso Enti Regionali (Beni Culturali, Motorizzazione, Genio Civile, ASP, ecc. ecc.) per i quali occorre procedere direttamente alla stabilizzazione e farsi carico anche di adeguare il livello delle ore di utilizzazione,

●  i Lavoratori ASU che sono impegnati nel cosiddetto “privato sociale” (Parrocchie, Associazioni, ecc.) per i quali occorre insistere nel pretendere il rispetto della Legge 8/2017 (art. 11 c. 3 e 4) che impone agli enti utilizzatori (sia pubblici che privati) i “piani di fuoriuscita” ed istituiva la sezione “esuberi”. Si tratta solo di rendere stringente e esigibili in tempi brevi la possibilità di definire questa platea e procedere ad una sua ricollocazione con le stesse modalità degli altri Lavoratori ASU.

●  La definizione di “piani di fuoriuscita dal bacino” che siano effettivamente incentivanti e che abbiano l’effetto concreto di ridurre la platea ASU.

Le norme proposte, “storicizzazione” compresa, sono tutte norme senza ulteriori oneri sul bilancio della Regione e a saldi invariati, anche per questa ragione non comprendiamo quali ulteriori remore possano esserci.

Quanto al tema della “storicizzazione”, appare incomprensibile che debba costituire oggetto di contrattazione con il Ministero ed il livello Nazionale considerato che questa soluzione è già stata adottata per stabilizzare altre fette di precariato e che il tutto avviene con risorse proprie.

Per questa ragione, abbiamo proposto una serie di emendamenti che abbiamo spedito a tutti i gruppi parlamentari all’ARS in modo che la norma proposta sia rivista.

Senza questi correttivi, con la norma proposta dal Governo non verrebbe stabilizzato nessuno!