Nella Legge di Stabilità 2020/2022 e nelle norme di carattere finanziario approvate nei giorni scorsi dall’Assemblea Regionale Siciliana, per scelta del Governo, per i Lavoratori ASU non solo non hanno visto l’accoglimento di tutte le proposte ed emendamenti (cui anche Noi, insieme alla nostra Confederazione avevamo contribuito) finalizzate a dare loro , dopo 23 anni, stabilità e certezze, ma hanno dovuto subire l’onta di dichiarazioni davvero offensive da parte dell’On. Scavone che ha tenuto a sottolineare che non si tratta di “lavoratori” ma di “sussidiati” a cui, (per rispondere alle sollecitazioni che provenivano in questa direzione) si sarebbe evitata la fatica del recupero delle ore di non utilizzazione.

Dichiarazioni che ci hanno addolorato e che ci hanno persino stupito perché hanno contraddetto il diverso pensiero che lo stesso Ass. Scavone aveva espresso, in nostra presenza, nella “V Commissione” quando esordì sostenendo esattamente il contrario, ovvero che gli avevano spiegato che si trattava di “sussidiati” e che Lui rifiutava questa etichetta offensiva perché parliamo di Lavoratori.

Infatti, stiamo parlando di Lavoratori che da 23 anni, lavorano in vari Enti Regionali, Comuni ed ASP e, da qualche anno, 300 di loro, tengono aperti Musei e Parchi Archeologici per meno di 600 euro mensili per 20 ore settimanali.

Vorremmo ricordare come nelle interlocuzioni avute con il Governo e con i Parlamentari (anche nella V Commissione) vi era una diffusa convinzione circa l’opportunità che occorresse arrivare in tempi brevi alla cosiddetta “storicizzazione” al 2038 delle risorse che avrebbe consentito (senza risorse aggiuntive) di chiudere questa brutta pagina dell’eterno precariato siciliano, esattamente come si è fatto con altri pezzi di precariato storico (ex Articolisti, ecc.)

• Per questa ragione, torniamo a sollecitare Governo e Parlamento a portare presto, nelle Commissioni competenti e in Aula, un ragionamento compiuto che abbia al suo centro la fine di questa lunga agonia dei Lavoratori ASU e l’avvio di un percorso che punti alla riduzione del “bacino” (agevolandone la fuoriuscita), che attui il definitivo “sganciamento” dalle Cooperative e, soprattutto, lavorando alla loro definitiva “stabilizzazione”, soprattutto in quelle condizioni dove questo è particolarmente urgente ovvero dove le croniche carenze di personale hanno finito con l’assegnare a questi Lavoratori un ruolo determinante nel mantenere in piedi servizi

La vicenda dei Lavoratori ASU impegnati nei Beni Culturali è, da questo punto di vista, davvero emblematica e intendiamo riproporla con forza.

Da quando il Governo Nazionale ha impugnato l’Art. 11 della L.R. n.1 del 22.02.2019 (che definiva l’utilizzazione di questi Lavoratori direttamente dagli Enti Utilizzatori) e che ha visto la Regione completamente assente (eludendo persino le richieste romane di chiarimenti sulla norma in questione!) questa questione è stata abbandonata.

• Noi siamo ancora in attesa delle decisioni della Corte Costituzionale, che ancora non si è espressa, tuttavia riteniamo che la Regione possa operare in tutta tranquillità a norme che risolvano la questione, rimanendo nel solco delle altre, nazionali e regionali, che hanno inteso chiudere la stagione della precarizzazione.

Questi Lavoratori sono rimasti in utilizzazione presso i vari siti e beni culturali, vengono considerati e “trattati” come dei Lavoratori contrattualizzati a tutti gli effetti (e, quindi, sono costretti a sobbarcarsi – più degli altri – turni, festivi, e domeniche) ma poi non hanno nessun diritto e, spesso, persino nemmeno quelli legalmente riconosciuti da Leggi dello Stato (come la 104), affidati alla libera interpretazione del responsabile di turno, si devono sobbarcare (sempre dentro i 590 euro mensili!) spese per raggiungere giornalmente i siti in questione che, in alcuni casi li costringono a fare 50 Km. al giorno!

Lavorano (sempre in quella stranissima condizione di “semiclandestinità”, col sussidio di cui sopra e senza contributi!) in Enti e Siti Archeologici che sono ai primi posti della Sicilia per presenze e incassi delle biglietterie senza beneficiare, di integrazioni orarie ed economiche.

• Si era iniziato un ragionamento circa la costruzione di un “fondo”” alimentato da una porzione di tali introiti con i quali finanziare gli straordinari del personale di ruolo ed anche una auspicabile integrazione oraria per gli ASU ma, ad oggi, non si è concretizzato nulla di quel “Piano Straordinario per interventi di sicurezza e vigilanza”.

Lo hanno fatto in questi anni con grandi sacrifici e traguardando una stabilizzazione che non arriva mai, ma oggi sono davvero stanchi, preoccupati e arrabbiati, perché, paradossalmente, mentre non si lavora ad una loro stabilizzazione e/o miglioramento della loro condizione, ci capita di assistere ad “esternalizzazioni” di compiti e funzioni che potrebbero essere utilmente svolti da questi Lavoratori ASU.

• L’annunciata riapertura di parchi, musei e siti archeologici per il prossimo 18 Maggio (se confermata) preoccupa non poco i Lavoratori in questione e, rispettando le indicazioni dei DCPM e le direttive di Ministero della Salute e ISS, ci auguriamo che l’Assessorato abbia ben chiaro in quali condizioni di sicurezza lo stesso dovrà svolgersi, sicurezza per i Lavoratori e per i visitatori.

Su questo punto vorremmo essere rassicurati e sollecitiamo un incontro a brevissimo per avere illustrati in modo chiaro le intervenute variazioni del Documento di Valutazione dei Rischi.

  • Torniamo a sollecitare l’emanazione di una circolare che contenga l’impegno assunto dal Governo circa il non recupero delle ore per quei Lavoratori che non sono stati utilizzati in “smart working” e collocati in sospensione dell’attività forzatamente.
  • Così come torniamo a sollecitare (anche qui il ragionamento avviato è stato abbandonato colpevolmente dal Governo e dal Dipartimento lavoro) la definizione di una “carta dei diritti e dei doveri dei Lavoratori ASU” che definisca in modo certo (e non affidandolo alla arbitrarietà di qualche Dirigente) quali sono i compiti ed i limiti dell’attività di questi Lavoratori, che devono caricarsi talvolta di oneri e responsabilità che non sono commisurati al loro (assente) inquadramento normativo e contrattuale.Noi ci auguriamo davvero che Governo e Parlamento in uno sforzo unitario lavorino davvero per dare certezza, stabilità e reddito a questi Lavoratori ed alle loro famiglie, contribuendo, anche in questo modo, alla ricostruzione dell’economia isolana colpita mortalmente dalla emergenza COVID19.