Roma, 25 marzo 2019

On. Avv. Giulia Bongiorno
Ministro della Pubblica Amministrazione

Gentile Ministro,
reagiamo anche noi con stupore alla sorpresa che Lei ha manifestato, ricevendo la nostra nota del 20 Marzo u.s.. Infatti, dall’atto del Suo insediamento ad oggi abbiamo avuto solo due occasioni di incontro formali con Lei, in presenza di tutte le Confederazioni e le Federazioni sindacali rappresentative dei comparti.
Alle nostre richieste di incontri, nel corso dei mesi, è stato dato seguito dal Suo Capo di Gabinetto e/o dai Dirigenti del Dipartimento della Funzione pubblica. Si è sicuramente trattato di incontri cordiali, che ci hanno consentito di rappresentare di volta in voltale nostre riflessioni e preoccupazioni, sui contenuti della legge di bilancio, del disegno di legge“Concretezza”, così come in occasione dell’approvazione, da parte del Consiglio dei Ministri, del Disegno di legge delega di riforma della P.A., a cui tuttavia non è stato dato alcun riscontro politica da parte del Suo Ministero.
Tuttavia, come Federazioni sindacali di Cgil, Cisl e Uil maggiormente rappresentative, 2/3 del totale di voti e deleghe nei comparti e nelle aree di riferimento delle Amministrazioni Centrali, delle Autonomie Locali e della Sanità, abbiamo manifestato l’esigenza di poterLa incontrare in occasione dei passaggi legislativi più delicati per il lavoro pubblico, non solo per rappresentarle le nostre osservazioni ed istanze– come abbiamo fatto in occasione dei colloqui con il Suo Capo di Gabinetto – ma anche di acquisire il Suo orientamento e le Sue linee di indirizzo politico su tutta una serie di aspetti che consideriamo rilevanti per le centinaia di migliaia di lavoratori e lavoratrici che rappresentiamo.
Riteniamo, infatti, che una fase della vita delle Pubbliche amministrazioni caratterizzata da grandi mutamenti, derivanti dalle necessità di governo del turnover della forza lavoro, di attuazione delle riforme adottate negli anni scorsi, di modifica della disciplina contrattuale della gestione del rapporto di lavoro, richieda anche momenti di relazione politico – sindacale nei quali poterci confrontare con Lei sulle leve fondamentali di riforma e non con la Dirigenza del Dipartimento.
Sul versante delle misure contenute nella legge di bilancio, nella Sua risposta Ella ci ha ricordato lo stanziamento effettuato per il rinnovo dei contratti collettivi nazionali di lavoro del triennio 2019 – 2021.Risorse sicuramente utili, che permettono di dare continuità all’erogazione dell’elemento perequativo previsto dai CCNL vigenti ai beneficiari con retribuzioni più basse e che ci consentiranno di avviare il negoziato, ma che sono al momento largamente inadeguate per affrontare, dopo il lungo blocco contrattuale, le esigenze relative al rifinanziamento dei fondi delle amministrazioni (necessari per attuare le progressioni economiche all’interno delle Aree/Categorie, cosi come per premiare la performance organizzativa ed individuale e alla revisione dei sistemi di classificazione e di inquadramento professionale), oltre che all’adeguamento del potere di acquisto delle retribuzioni.
La soluzione di questi problemi, ce ne rendiamo conto, trova vincoli e limiti nel ristretto perimetro di azione della finanza pubblica – stante la delicata situazione economica e finanziaria del Paese – ma anche e soprattutto da scelte politiche. Tuttavia, è nostra opinione che, definendo le priorità di azione delle politiche pubbliche, sia possibile individuare un percorso sostenibile, sia sul piano economico che sociale, utile alla soluzione dei problemi aperti. Non per ultimo completando, ad esempio, il processo di superamento dei vincoli imposti dall’art. 23 c. 2 del D. Lgs 75/2017 (tetto delle risorse disponibili per i trattamenti accessori fissato al livello del 2016), da Lei solamente avviato nei provvedimenti legislativi adottati nei mesi scorsi.
Così come – è evidente – che lo stallo del lavoro delle Commissioni previste dai CCNL dei comparti sulla revisione degli Ordinamenti professionali, così come l’avvio del negoziato per i rinnovi contrattuali relativi al triennio 2019 -2021 risente anche del mancato completamento dei processi negoziali relativi alla stipula dei contratti della dirigenza per il triennio 2016 – 2018, mentre solo in questi giorni si sta avviando la procedura di rinnovo, relativa al medesimo triennio, del CCNL del comparto autonomo della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Non Le sfuggirà l’importanza del Suo ruolo nell’indirizzare, creare e favorire le condizioni utili ad una sollecita definizione dei processi negoziali sopra richiamati. Così come, anche in materia di turnover del lavoro pubblico, a fronte delle positive ma limitate autorizzazioni avvenute con la legge di bilancio, permangono le criticità derivanti dall’invasivo blocco delle assunzioni disposto fino al Novembre 2019, con riferimento alle facoltà assunzionali ordinarie. L’elevata età media del personale delle pubbliche amministrazioni sta determinando un esodo importante del personale che da qui ai prossimi mesi crescerà ulteriormente per effetto delle opportunità di pensionamento anticipato offerte con l’introduzione della c.d. “quota 100”. Tutti questi aspetti impattano, come Ella sa, in modo rilevante sulle condizioni di lavoro negli enti, nelle aziende sanitarie e nelle pubbliche amministrazioni, spesso mettendo a dura prova la capacità di erogazione efficiente ed efficace dei servizi pubblici. 
Il Governo in carica è intervenuto su molti aspetti del rapporto di lavoro nelle pubbliche amministrazioni in questi mesi ed il Parlamento è chiamato ad avviare l’iter legislativo di discussione ed approvazione della delega al miglioramento delle pubbliche amministrazioni, da Lei predisposta.
Si tratta di aspetti sui quali riteniamo che una interlocuzione politico – sindacale costante ed efficace sia doverosa, intervenendo su temi che attengono sia il rapporto che l’organizzazione del lavoro, al fine di garantire la funzionalità dei servizi, a beneficio di cittadini ed imprese, valorizzando l’opera di chi con impegno e professionalità svolge il proprio lavoro negli enti e nelle amministrazioni.
Ci preoccupa il merito di questo provvedimento che tende alla rilegiferazione del rapporto di lavoro, quando per noi sarebbe necessario, attraverso una maggiore partecipazione, restituire motivazione e appartenenza al personale e, anche con un massiccio piano formativo, individuare nuove forme organizzative in grado di impiegare in modo più efficiente ed efficace i lavoratori e le lavoratrici. La valorizzazione delle professionalità e delle competenze organizzative rappresenta un elemento determinante per far sì che, in considerazione della scarsità delle risorse strumentali e del personale a disposizione delle pubbliche amministrazioni, non vi sia arretramento dei servizi pubblici ma anzi un rilancio dell’intero settore, al fine di garantire ai cittadini l’esercizio dei loro fondamentali diritti e di fare delle pubbliche amministrazioni una delle leve di rilancio dello sviluppo economico e sociale del Paese.
Per questo Le abbiamo proposto di istituire dei tavoli di confronto e monitoraggio permanente in materia di occupazione e di contrattazione con le scriventi organizzazioni sindacali sulla base della nostra piattaforma, attraverso la quale abbiamo consultato migliaia di lavoratori pubblici e tenute riunioni unitarie, sia al livello territoriale che nazionale. In questo modo potremo efficacemente offrire il nostro contributo, in termini di rappresentanza e di competenza, che riteniamo utile nell’interesse del Paese, delle lavoratrici e dei lavoratori pubblici. 


Cordiali saluti


Serena Sorrentino, Seg.Gen. Fp Cgil
Maurizio Petriccioli, Seg.Gen. Cisl Fp
Michelangelo Librandi, Seg.Gen. Uil Fpl
Nicola Turco, Seg.Gen. Uil Pa